Sì, siamo proprio andati a caccia di Aurore ed a vedere i magnifici paesaggi islandesi.
“L’aurora polare, denominata aurora boreale o australe a seconda che si verifichi rispettivamente nell’emisfero nord o sud, è un fenomeno ottico dell’atmosfera terrestre, caratterizzato principalmente da bande luminose di un’ampia gamma di forme e colori rapidamente mutevoli nel tempo e nello spazio, tipicamente di colore rosso-verde-azzurro, detti archi aurorali.”
Il periodo scelto compreso tra il 3 e il 9 ottobre, è stato valutato in base ai cicli lunari e ai periodi di minore luce in Islanda, per favorire le esigenze astronomiche e di viaggio diurno.
Non sono state sottovalutate anche le temperature medie nei vari anni e le precipitazioni.
KC Travel di Bologna, è l’agenzia che con la loro esperienza, affidabilità e supporto, ci ha accompagnato in questa avventura.
L’arrivo sull’isola non è stato dei più sereni e siamo stati accolti da un’intensa nevicata, ma le sagge parole di Vilborg, la nostra guida locale, ci hanno rassicurato subito dicendo di non preoccuparci e che sarebbero bastati dai 15 ai 30 minuti ed il tempo sarebbe cambiato. Ed in effetti così è stato.
Durante il nostro viaggio il tempo è stato a nostro favore, bello proprio quando ci serviva e piovoso durante i trasferimenti in pullman, ma sereno o poco nuvoloso quando ci si fermava per visitare l’isola. Tanto fortunati, che dopo 2 gg di viaggio, la guida ci ha detto:
“Signori, voi avete un angelo che vi segue, un tempo così perfetto per le vostre esigenze, non lo si vede in Islanda praticamente mai, e io in Islanda ci sono nata”.
Splendidi paesaggi con distese laviche immense, lingue di ghiaccio, vulcani e cascate d’acqua ci hanno fatto da cornice durante tutto il nostro viaggio.
Si parte dall’aeroporto Keflavík, direzione Hvolsvöllur, per visitare il “Lava Centre” dove ci viene spiegata e mostrata la singolare geologia dell’Islanda.
Poi verso l’indimenticabile escursione sulla laguna ghiacciata di JÖKULSÁRLÓN, dove abbiamo navigato in mezzo agli Iceberg, bianchi e azzurri come il cielo. Passando anche per la suggestiva spiaggia nera con cubi di lava Reynisfjara.
Il giorno seguente l’abbiamo dedicato alla zona del “Circolo d’oro”: dall’imponente cascata d’oro Gullfoss, a Geysir, zona con enormi Gayser (è da questa zona che nasce la parola “Gayser”). Infine, affascinante e suggestiva è stata la visita alla “spaccatura” delle due placche continentali, di Europa e America, nel Parco Nazionale di Thingvellir dove abbiamo letteralmente cavalcato la dorsale medio atlantica tenendoci con una gamba in un continente e l’altra gamba nell’altro.
Le due placche strisciano fra loro e si spingono per circa 1/6 cm l’anno, rendendo l’Islanda un continente in continua formazione e trasformazione.
Poi visitiamo le zone interne del Borgarfjör•ur, tra cui le cascate laviche Hraunfoss e Barnafoss e la sorgente geotermica più potente d’Europa Deildartunguhver, quindi il centro termale Krauma dove tutti assieme abbiamo fatto un bagno rigenerante immergendoci nelle acque calde provenienti dal sottosuolo terrestre.
Il nostro viaggio è proseguito nella penisola Snæfellsness, dominata dal vulcano ghiacciaio Snæfellsjökull dove J. Verne ambientò la discesa del suo “Viaggio al centro della terra”, fino a Stykkisholmur bellissimo villaggio di pescatori dove è stato ambientato il famoso film “I sogni segreti di Walter Mitty”. Poi Olafsvík, dove, su una imbarcazione, siamo andati alla ricerca di avvistamenti delle balene (whalewatching), purtroppo senza vederle, ma siamo comunque riusciti ad avvistare un branco di circa 50/60 delfini, che giocavano intono a noi e saltavano con acrobazie stupende e perfette.
Rimessi i piedi sulla terra ferma, in un villaggio di pescatori (Bjarnahöfn), abbiamo mangiato il famoso “squalo putrefatto” o “hákarl islandese”, che non è altro che carne di squalo messa ad essiccare per circa 6 mesi; periodo necessario affinché i fluidi nocivi dello squalo (l’urea e l’ossido trimetilamminico presenti nel sangue degli squali a livelli elevati, e letale per l’uomo) vengano espulsi dalla carne. Diciamo che non è cibo per “stomacucci”.
Infine la montagna Kirkjufell, detta anche “Cappello di Strega”, suggestiva di giorno, ma anche di notte. E proprio la notte della nostra visita è stata la protagonista di stupende Aurore Boreali. Durante il nostro viaggio abbiamo avuto un paio di occasioni per vederle, ma mai quanto quella sera.
Quindi non ci sono mancate le occasioni per vedere le Aurore: a sud-ovest, presso Hotel Hellisholar, poi a nord, nella penisola Snæfellsness, presso l’Hotel Lagaholt, e la stessa notte sotto la montagna Kirkjufell. L’Auora non ci ha abbandonato fino al rientrato in Hotel. Quella notte, 8 ottobre, l’Aurora è stata vista fino in Scozia.
Quando abbiamo visto per la prima volta l’Aurora Boreale, era come vedere una tenda che si muoveva nel cielo, al ritmo a volte frenetico a volte lento, ma sempre mutevole con onde, cerchi e colonne di luce spettacolari. Non eravamo preparati a tanta bellezza e movimento.
Era magnifico vedere le onde di luce muoversi da una parta all’altra del cielo, a volte così in fretta, che non facevi in tempo a girarti.
Oppure era talmente grande, che se guardavi lo spettacolo da una parte del cielo, perdevi l’altro lato.
Poi appena sembrava tutto finito, riprendeva a brillare nel cielo. Per quanto avessi studiato il fenomeno, vederlo dal vivo è stata una emozione unica, indescrivibile.
Qui sotto il link del video fatto da Nicola Ragno con l’unione di più di 550 foto, che imitano un video, grazie alla magistrale uso delle transizioni da una foto alla successiva.
Nel video sentirete anche le nostre emozioni al primo avvistamento.
Più sotto alcune foto di rilievo.
L’indomani ci dirigiamo verso Reykjavik.
Qua il gruppo si è separato una parte è andata a visitare la città, passeggiando lungo le sue vie e ammirando le case dai tanti colori sgargianti e i tanti murales.
L’altro gruppo è andato in visita al ghiacciaio LANGJÖKULL, partendo dal Klaki Base Camp, dove con mezzi a 8 ruote motrici (ex mezzi militari russi riadattati ad uso civile) è stato portato, attraverso paesaggi che a causa del terreno di colore rosso dovuto all’origine vulcanica della zona sembravano letteralmente marziani, fino al Tunnel.
Qui ci ha aspettato una bellissima avventura dentro il tunnel, dove siamo scesi fino a 220 mt sotto il ghiacciaio, ammirando le cavità e gli strati di ghiaccio depositatosi nei millenni, dove è stato possibile bere gocce d’acqua che scendevano naturalmente dalle pareti; acqua di millenni fa.
La sera ci siamo ritrovati tutti assieme, a cena, per gustare cibo tipico locale.
Possiamo dire che come primo viaggio in Islanda, organizzato dall’Associazione Astrofili Bolognesi sia stato un tour intenso e fortunato nonostante le condizioni meteorologiche non fossero delle più favorevoli.
Speriamo di organizzarne tanti altri e chissà magari accompagnati dalla stessa fortuna.